mercoledì 10 aprile 2013

Intervista a Cristina Zavettieri


Oggi amici bloggers ospito una ragazza di talento, paziente che aspetta la giusta CE e non desidera affrettare i tempi. Preferisce ascoltare il parere di noi bloggers per poi giungere alle sue conclusioni. Una scrittrice che adora scrivere senza tornaconto. Volete conoscerla? Forse ne avete già sentito parlare è Cristina Zavettieri che ci presenta il suo romanzo Il figlio ribelle. Per conoscere maggiori dettagli sul libro e sull'autrice cliccate qui perché Cristina è stata già presente nel mio blog tra i consigli di lettura. ;)

1) Ciao Cristina, benvenuta nel blog "Sussurri e parole". Raccontaci di te e di com'è nata la tua passione per la scrittura.
- Prima di tutto, grazie per l’invito, Antonella.
Per qualche strana ragione – come per molti altri scrittori, immagino – mi intimidisce raccontarmi, ma vediamo di esprimere in parole semplici chi sono: sognatrice, romantica, amante della lettura e della scrittura, della storia e dell’arte, del vintage e della natura, della musica e del disegno, la ritrattistica in particolare, dei manga e dei bei film strappalacrime.
Scrivo sin da bambina, già da allora accompagnavo i miei disegni a storie più o meno complesse, per lo più fantasy o contemporanei. Lady Oscar e Sailor Moon hanno influito parecchio sulla mia educazione, sia per la drammaticità da un lato, che per la fantasia dell’altro.

2) Dalla tua biografia si evince l'interesse per i romanzi storici. Cosa ti intriga maggiormente di questo genere letterario?
- Io amo il romance e i suoi sottogeneri, quindi anche gli historical.
Sono affascinata dal passato, dalle epoche diverse, dalle guerre, gli amori (e i gossip che ne susseguivano al tempo, se vogliamo), dalla drammaticità e la semplicità che oggi, in questi esasperanti tempi moderni si è perduta. Antropologicamente parlando mi piace scoprire quanto una cultura, una società sia rimasta intatta, e quanto di questa è cambiata.
Infine, romanticamente parlando, da sognatrice, amo pensare che, nonostante le atrocità commesse dal genere umano, subite dalle donne e i poveri soprattutto, possano trovare uno spiraglio di speranza, magari di piccola verità in questi scritti.

3) Il tuo romanzo è ambientato nel Regno delle due Sicilie. Quanto c'è di storico e quanto è stato romanzato?
- La storia e la mia fantasia si sono amalgamante al punto tale che non saprei dire quanto ci sia di vero e di falso. Direi che un 40% di storia è effettivamente realistico, il resto è tutta farina del mio sacco, compresa la moltitudine di personaggi che ho creato con semplicità e tanta pazienza.

4) Quanto tempo hai impiegato per la stesura dell'idea? Sapevi sin dall'inizio come muovere ogni personaggio o l'ispirazione del momento ha preso il sopravvento?
- Direi tre mesi nel 2010. Ad oggi, il romanzo è in fase di ultimazione.
E no, non sapevo come muovere i personaggi, sono stati loro ad aiutarmi, anche fin troppo bene, spesso spingendomi a cambiare direzione. Ho scoperto che sanno essere delle vere canaglie!!

5) Qual è stata la parte più impegnativa del lavoro? Personalmente mi è piaciuta la napoletanità  del linguaggio usato in alcune occasioni perché fa immergere ancor più nell'epoca descritta. Quale altro elemento troviamo come rappresentativo del momento narrato?
- Devo dire che per me è stato semplice scrivere come raccontare la storia ad un bambino. Ogni qualvolta l’ispirazione mi abbandonava pensavo: “Come la racconteresti a un bambino?” Ed ecco che magicamente, anche le scene di chiaro stampo storico assumevano sfumature diverse, sempre più varie e semplici. Io per prima ho trovato difficoltà a raccontare una realtà che non ho mai conosciuto, quella Napoletana che comunque mi accomuna, in quanto io, donna del Sud. L’idea di scrivere in napoletano, mi è sembrata più che giusta proprio per mantenere fede al contesto storico, e alle parole di quel che un tempo fu Il Re delle Due Sicilie. Lo stesso Ferdinando, come scritto nel libro, avrebbe voluto istituire il napoletano come lingua nazionale.

6) Al momento sono disponibili ben nove capitoli dell'opera. Come mai hai scelto di rendere gratuito un estratto considerevole del libro ma non l'hai ancora inviato ad alcun blog per chiedere una recensione?
- Fondamentalmente sono una persona molto timida, ma con una grande passione: la scrittura. Se ho scelto di pubblicare i primi nove capitoli è stato grazie all’entusiasmo delle mie lettrici storiche, delle mie più care amiche che mi hanno sempre sostenuto. Egoisticamente volevo provare a me stesse quanto quel che era piaciuto su una piattaforma famosa come EFP, potesse interessare e accattivare un pubblico molto più vasto, quello di lettori per passione. Di blogger che ho sempre visto, con professionalità e impegno, dedicarsi a casi editoriali italiani e oltreoceano.
In ultimo, la mia iniziativa volge a smuovere le corde, e i cuori dei lettori, affinché una CE mi noti e decida di fidarsi della sottoscritta.

7) Il tuo progetto è innovativo. Hai scelto un modo alternativo di mostrarti alle case editrici. Dal tuo punto di vista, agli occhi di un editore quanto differisce l'impatto visivo che la diffusione del tuo libro sta ottenendo tra i vari blog dal classico iter dell'invio tramite e-mail?
- Forse è più diretto, ma posso sbagliarmi. So che la strada è lunga e tortuosa e non voglio illudermi, però credo in me, nella gente che mi sostiene. Bisogna sempre combattere per un sogno, nonostante le avversità.

8) Cosa fai quando non scrivi?
- Quando non scrivo leggo, spulcio le nuove uscite sui miei blog preferiti e traggo ispirazione dal quel che mi circonda per creare nuove trame.

9) Hai in mente un nuovo progetto editoriale? Di cosa parlerebbe un tuo prossimo libro?
- La mia mente è un concentrato di idee. Spesso, un’amica mi definisce vulcanica, ed effettivamente ha ragione. Potrei inventare più storie dal nulla in pochissime ore e non mi stancherei.
In futuro potrei proporre un novella sul filone distopico e romantico, ma anche un romanzo d’amore contemporaneo o un più recente new adult.
Davvero non c’è spazio per la fantasia.

10) Grazie Cristina per essere stata con noi, saluti i lettori come preferisci.
- Un caro saluto a te e hai tuoi lettori.
Ti ringrazio ancora per aver scelto di intervistarmi, cara Antonella.

Nessun commento:

Posta un commento